Sulla questione materana interviene il Segretario Generale Regionale della Uilpa Polizia Penitenziaria di Basilicata:
"se qualcuno pensasse al Carcere di Matera come un isola felice al centro dei sassi della Città, evidentemente sbaglia perché se la un lato, la cittadinanza gode ancora i frutti di città capitale della cultura europea 2019, dall'altro, gli operatori penitenziari stanno pagando un pezzo troppo alto in termini di aggressioni subite all'interno delle quattro mura carcere, dove dovrebbe (dico dovrebbe) esserci legalità e sicurezza.
Evidentemente qualcosa non sta funzionando, oltre a problemi di carenza di personale si registra anche una mala organizzazione del lavoro e di gestione delle risorse umane, oltre a una struttura fatiscente e obsoleta rimasta all'anno zero.
Le OO.SS. già da alcuni anni avevano lanciato l'allarme denunciando i numerosi carichi di lavoro, turni massacranti da 12 ore e ferie non godute, per impossibilità ed esigenze lavorative e di sicurezza, tant'è che parecchie unità hanno accumulate 300 giornate di ferie.
Uno Stato fuorilegge che tortura i propri rappresentanti, questo è quello che emerge all'interno della struttura materana.
Il confronto con l'Amministrazione Penitenziaria avvenuto il 16 gennaio u.s (ottenuto a stento) si è rilevato poco soddisfacente con interventi palliativi, con l'automazione di alcuni cancelli e con l'integrazione di personale in missione dalla struttura potentina (attualmente chiusa parzialmente per lavori di ristrutturazione di un padiglione detentivo), ma visto le ultime aggressioni, tutto ciò non è bastato a ridurre quel trend di crescita di eventi critici.
I baschi azzurri giunti allo stremo, sfiduciati e demotivati, non hanno più la forza di lottare, il malessere logora nell'anima di ognuno di loro aggravato da uno stress da lavoro correlato.
Continua Sabia, oggi è il caso di istituire con il sindacato il garante del personale penitenziario (per tutte le figure professionali operanti all'interno delle 4mura), perché il personale oltre a subire da coloro che continuano a reiterare azioni violente, paga un prezzo troppo altro per l'assenza dello Stato, perché non riesce a comprendere la gravità dei fatti, non riesce a punire e fermare i reclusi promotori di disordini neanche con gli strumenti che si hanno a disposizione, parlo del regime di sorveglianza particolare di cui all'art 14 bis O.P.
A questo punto, si sollecita la classe politica per gli interventi di competenza, è un invito a perorare questa causa al fianco dei poliziotti penitenziari.
L'unione è la nostra forza!
Conclude il sindacalista, esprimo vicinanza e solidarietà al personale violentemente ferito nella serata di domenica scorsa.