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Nella giornata di Sabato u.s., ennesima brillante operazione eseguita dalla Polizia Penitenziaria in servizio nel Carcere di Potenza, che durante un normale controllo di routine ha  rinvenimento e sequestrato un quantitativo di droga bel occultata tra gli alimenti destinato ad un detenuto.

Il tentativo di introduzione di sostanze stupefacenti all’interno delle strutture carcerarie è un fenomeno sempre più in crescita negli ultimi anni, come sta accadendo nella struttura del capoluogo.

Notevoli operazioni sono state eseguite a Potenza anche con l’ausilio delle unità cinofile del Corpo il cui esito è stato quasi sempre positivo, ma nonostante tutto, registriamo la totale assenza dell’Amministrazione Penitenziaria, che è molto lontana dalla realtà quotidiana, esordisce così Donato Sabia – Segretario Generale UILPA Polizia Penitenziaria di Basilicata.

Non sono bastati i numerosi episodi e le denunce del sindacato per riproporre una nuova politica gestionale rilanciando la cd. fase 2 del Corpo, in termini di organizzazione e funzionalità.

Ad oggi, nessun strumento tecnologico è stato fornito al personale come la possibilità di corsi professionali mirati, in modo che i baschi azzurri possano contrastare con forza questi eventi.

Nella struttura di via Appia, nonostante i numerosi casi, l’Amministrazione non ha ancora provveduto a fornire all’Istituto una apparecchiatura a raggi X per il controllo dei pacchi che vengono consegnati dai familiari nell’occasione dei colloqui visivi con i propri congiunti ristretti, oltre al mancato acquisto di appositi di kit per il rilevamento rapido di sostanze stupefacenti “drager DrugTest”, per non spendere un centinaio di euro, quanto invece né consumano tanti altri per cose inutili.

Alza il tono della voce Sabia, è un periodo difficile per la Polizia Penitenziaria, oltre a lavorare sotto organico (visto che da due anni non avvengono le assunzione neanche per compensare i pensionamenti, il cc.dd. turn over), raddoppiano i carichi di lavoro come aumenta l’escalation di reati in carcere e le aggressioni nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria.

La situazione è al collasso ed i numeri parlano chiaro, a gennaio c.a. le aggressioni sono passate dalle 344 registrate nel 2013 alle attuali 525, i reati commessi in carcere da 983 a 2.458; gli atti vandalici sono 1904 rispetto ai 663 di quattro anni fa, mentre le risse  tra i reclusi sono lievitate da 38 a 51. Bisogna mettere un freno a tutto ciò per ripristinare la legalità all’interno degli istituti penitenziari, la UIL ha chiesto l’intervento del Ministro, in quanto non è più possibile andare avanti con questa politica, altrimenti si rischia il tracollo dell’intero sistema penitenziario italiano.

Conclude il Sindacalista – da anni che i baschi azzurri non ricevono l’approvvigionamento del vestiario per poter svolgere servizio, come uniforme, scarpe, tute operative, insegne di qualifica e distintivi, i mezzi sono obsoleti e inefficienti per kilometraggio e per vecchiaia. Adesso ad aggravare le condizioni di lavoro degli Agenti è la radicalizzazione islamica e proselitismo all’interno degli Istituti, per cui il Corpo è chiamato a svolgere un’attività di intelligence per la sicurezza nazionale, con un organico ridotto di circa 8.000 unità e nessun provvedimento straordinario è stato adottato dal Governo per le eventuali assunzioni nella Polizia Penitenziaria, così come è avvenuto per le restanti FF.PP. nell’occasione del Giubileo.

f.to donato sabia - Segretario Generale Basilicata