Si rappresenta che giungono a questa segreteria numerose lagnanze sulla spendibilità del “buono epifania”.

Nello specifico il personale lamenta la distanza kilometrica per raggiungere l’esercizio commerciale individuato, che dista 40 km dalla sede di servizio, che il negozio non presenta una vasta scelta di giocattoli e non ha altri articoli per l’infanzia, infine il prezzo degli articoli forniti risulta nettamente superiore a quello di mercato con un rincaro del 35-40%-

Questa O.S. chiede quale è stato l’elemento determinante nell’individuazione del negozio a cui ha dato mandato, che non rispecchia nessuna indicazione fornita dal DAP – Ente di Assistenza per il personale dell’Amministrazione Penitenziaria, con lettera circolare n. 0366464 del 08.11.2016.

Effettivamente, il punto vendita risulta situato nel Comune di Venosa non collegata da arterie principali, non è neanche una zona di passaggio per cui il personale deve recarsi di proposito, aggravando ulteriormente sulle spese dei dipendenti tenuto conto che i Poliziotti Penitenziari di Melfi sono tutti pendolari.

La circolare dipartimentale invitava le singole Direzione ad attivare una ricerca di mercato finalizzata all’ottenimento delle condizioni vantaggiose per il personale, rivalutazione del buono, sconto del buono e ubicazione degli esercizi commerciali più confacenti rispetto alle esigenze del personale, cioè l’opposto di quello che ha fatto l’Istituto di Melfi.

La UIL deve a questo punto diffidare codesta Amministrazione locale, al rispetto delle indicazioni fornite dagli uffici superiori, anche perché non si comprende quali siano stati i motivi che hanno portato la Direzione di Melfi a dare mandato ad un negozio fuori distretto, nonostante la Città Federiciana offre molto di più.

Il personale non è stato mai coinvolto in merito ad eventuali esigenze, anzi, fino a qualche anno fa è stato costretto a recarsi presso il Comune di Lavello e da due anni a Venosa, due paesi diversi situati più nell’entroterra raggiungibili solo da strada secondarie, due negozi diversi, ma cosa strana stessa proprietaria dei due punti vendita.

È pur vero che il buono è stato rivalutato a € 62,00 utilizzabile solo su prodotti a prezzo pieno (su vecchi articoli oggetto di sconto non viene applicato), ma con un rincaro della merce pari quasi al 40% in base ai prezzi di mercato (così come dichiarato dagli aventi diritto), per cui svanisce la rivalutazione del buono.

Infine, il personale è costretto ad acquistare un giocattolo per consumare il buono anche laddove si dovesse trovare con altre esigenze familiare, in mancanza proprio di altri prodotti per l’infanzia nell’esercizio commerciale incaricato; situazione irrituale che non rispecchia le finalità del dono elargito dall’EAP. 

Nell’attesa di un urgente riscontro, cordiali saluti.  

f.to Donato SABIA - Segretario Generale Basilicata