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Questa Segreteria nel complimentarsi per la costituzione dell’unità mobile in oggetto indicata, non può non condividere tale progetto visto il trend di crescita delle aggressioni in danno di operatori penitenziari ed eventi critici di ogni genere negli ultimi anni a livello nazionale, come nel strutture di competenza di codesto Provveditorato.

All’atto della proclamazione a Segretario Coordinatore Regionale della UILPA Polizia Penitenziaria di Basilicata, avevo avanzato e proposto al consiglio, la necessità di chiedere all’Amministrazione Penitenziaria, l’attivazione di uno sportello gratuito di ascolto e aiuto psicologico (Psicologia del Benessere), scaturito proprio dalla mancata attenzione dei Dirigenti Penitenziari sia in ambito Regionale sia Nazionale, verso l’Assistente Capo L.M. a seguito del grave episodio accaduto in data 21.12.2015 nell’Istituto Potentino, circa il tentato omicidio subito a mezzo strangolamento per mano di due detenute.

Da quella data ad oggi, né il datore di lavoro né l’Amministrazione Penitenziaria in generale, si è preoccupata delle condizioni psicologiche della dipendente, rinchiusa forse, all’interno delle quattro mura casalinghe.

Per la UIL è necessario intervenire con fermezza per contrastare il disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria in ottemperanza alle lettere circolari dipartimentali (che non rimangano solo cartaceo).

Questa O.S. intende sollecitare la Vs attenzione su alcune riflessioni e proposte in merito, circa l’eventuale possibilità futura di poter attivare un servizio di ascolto psicologico in tutte le strutture avvalendosi degli esperti in materia dell’Amministrazione in loco, per rafforzare gli obiettivi e  per raggiungere una migliore consapevolezza del dipendente e riscoprire le proprie potenzialità, nonché, per affrontare efficacemente eventuali difficoltà personali, familiari e lavorative, anche perché riteniamo che il funzionamento di una organizzazione lavorativa è strettamente connesso allo stato di salute psico-fisico dei suoi appartenenti.

Un’organizzazione è sana non se è immune da manifestazioni di disagio, ma quando è capace di fronteggiare in modo efficace le situazioni problematiche che possono insorgere al suo interno, inoltre, non è escluso che può accadere a chiunque di soffrire per svariati motivi; riconoscere di avere un problema e decidere di chiedere aiuto è una delle più grandi risorse in un essere umano.

Proprio per questo, si rafforza la necessità di allargare gli sportelli nei singoli istituti, in modo da estenderlo in modo lineare anche ai membri della famiglia, perché non è escluso che il trauma subito dal dipendente non si possa ripercuotersi sui restanti soggetti familiari, che a loro volta si potrebbero trovare già in un momento di debolezza psicologica per altri svariati motivi.

Tale sportello potrebbe suddividersi in due azioni, la prima con uno spazio di ascolto presso gli Istituti penitenziari in ambiente riservato, con una prima fase d’informazione e sensibilizzazione, la seconda azione, sul problem solving – comunicazione efficacia e gestione dello stress ed eventi critici entro le 24 h dall’accaduto, un’attività più specifica del counseling

Premesso quanto sopra, tenuto conto che più dipendenti hanno sollecitato questa segreteria sui componenti dell’UMI, si chiede di conoscere le varie professionalità che costituiscono il gruppo di intervento, in modo da parteciparlo a tutto il personale.

Nell’attesa di un riscontro, si porgono di più cordiali saluti.

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